.
Il giorno 19 maggio siamo andati a visitare l’ORTO BOTANICO dell’Università di Lecce. Che emozione! E’ sempre bello partire insieme con le maestre alla scoperta di qualcosa di nuovo e interessante sicuramente. Ma questa volta ci siamo sentiti importanti, si andava all’Università! Lungo il percorso eravamo felici e impazienti di arrivare perché la maestra ci aveva anticipato qualcosa ed eravamo curiosi di esplorare l’Orto. Quando siamo arrivati, due guide ci hanno accolti e introdotti in un’oasi di verde in mezzo ai grandi edifici delle diverse facoltà. Quante piante, alberi, frutti tipiche della macchia mediterranea. Fabiola, la nostra guida, ci ha detto che quel luogo nel 1994 era una cava di pietra di tufo e una ricercatrice dell’università aveva pian piano, con cura e amore trasformato quel luogo arido in VITA. Sì, perché le piante, gli alberi sono la nostra vita e se non ci fossero non vivremmo. Per questo aveva creato l’orto per salvaguardare le piante in estinzione e far capire l’importanza delle piante che ci danno ossigeno, nutrimento e rinsaldano il terreno con le loro radici evitando frane, soprattutto in montagna. La ricercatrice era lì con noi e con quanta cura, delicatezza sfiorava le piante. Noi non le avevamo mai guardate come ci ha mostrato la dottoressa, le abbiamo strappate incuranti senza pensare e sapere la loro importanza. Dopo con un grande cartellone ci hanno mostrato le parti del fiore e del frutto e noi “armati” dei nostri taccuini abbiamo preso appunti. Quante parole interessanti: antera, sepali, filamenti, stigma, ricettacolo, stelo, ovario, ovulo per il fiore; polpa, seme, nocciolo per i frutti. Noi pensavamo che i frutti fossero solo quelli che mangiamo sempre, invece tutte le piante, anche quelle piccole spontanee, hanno il frutto. Infatti siamo andati alla ricerca del frutto delle piante spontanee e le abbiamo selezionate in una scatola chiamata CARPOTECA che custodiamo gelosamente in classe. Abbiamo anche giocato con le immagini dei frutti, le abbiamo incollate su di un cartellone dove una poesia rappresentava le quattro stagioni:
Siamo andati anche a visitare lo stagno. Bellissimo, con la sua vegetazione! Rane e girini che saltavano da una parte all’altra. Che bello! Eravamo sbalorditi ed entusiasti. Infine siamo andati a fare merenda all’interno dell’Università dove ci attendeva un lungo tavolo pieno di piattini con spicchi di mele. Che buone, le abbiamo mangiate con più gusto! Abbiamo anche visto gli “scienziati” con i camici bianchi. Noi li abbiamo chiamati così, la maestra ci ha detto che erano i ricercatori Due simpatici cani hanno accompagnato la nostra visita, ci scortavano e ci hanno guidato per tutto il percorso silenziosi ed educati. E’ stata una esperienza interessante che certamente non dimenticheremo e da grande vorremo tornarci e chissà forse indosseremo un camice bianco per ricercare cose nuove utili alla nostra vita.
.