venerdì 15 aprile 2016

All together we can spike

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Il nostro Istituto Scolastico è  stato inserito  nel nuovo progetto federale ‘S3 - All together we can spike’,  riconosciuto dal MIUR  (Nota 7163 del 23/10/2015), in quanto rispondente ai criteri qualitativi a garanzia dell’utenza scolastica.
Il  progetto ottimizza le proposte didattiche rivolte fino ad oggi  dalla  Federazione Italiana Pallavolo al mondo della scuola, coniugando insieme la tradizione con l’innovazione.  


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Visita all'Aeroporto Militare di Galatina (61° STORMO)

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di Gaia Gravili
(classe 1^ A, Scuola Gennaro Abbate)







Il giorno 6 Aprile 2016, le classi prime della scuola " G.Abbate" hanno partecipato ad un'uscita didattica presso l'aeroporto militare di Galatina "61° STORMO". Questa struttura internazionale ospita allievi provenienti da tutti i Paesi. Gli addetti presenti al suo interno si occupano dell'addestramento militare dei piloti e verificano le loro capacità attraverso dei test di attitudine al volo. Al nostro arrivo siamo stati accolti dal Comandante che ci ha fatto vedere due modelli storici i cacciabombardiere.  Attraverso alcuni filmati, abbiamo ammirato le frecce tricolore con le loro spettacolari manovre acrobatiche e la preparazione dei piloti prima del volo, con la verifica di tutto l'equipaggiamento . Dopo una breve pausa ci siamo diretti in un HANGAR, ossia un enorme capannone utilizzato per il rimessaggio dei velivoli, nel quale ci hanno spiegato il funzionamento e la strutturazione di un aereo. Successivamente ci siamo diretti verso la pista, dove abbiamo assistito all'atterraggio di diversi aerei  e udito il rumore assordante dei reattori. L'ultima esperienza è stata quella di visitare l'ufficio meteo, dove vengono monitorate le condizioni del tempo e diramati i bollettini meteorologici. Personalmente ho trascorso una giornata interessante e ho appreso quanto è importante gestire una macchina, tanto spettacolare, quanto complessa, come un AEREO; quanto siano importanti le previsioni meteorologiche per prevenire i rischi legati al cambiamento del tempo in previsione di un volo aereo e quanto lavoro prezioso svolga generalmente l'AERONAUTICA MILITARE.
































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Nel silenzio...

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di Lucia Caterina Tardio
(classe 1^ A - Scuola "Gennaro Abbate")


Il battito del cuore,
Il rumore dei pensieri,
Il flautista che suona,
Le urla dei ragazzi che giocano,
Il nostro timido respiro,
Il cagnolino che si sente solo,
Lo scoppiettio del fuoco acceso,
I passi del vicino,
Il rumore della penna che cade,
La voce della sorellina che gioca con le bambole.




di Andrea Isceri
(classe 1^ A - Scuola "Gennaro Abbate")







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LA STORIA DEL MUSEO DELLA MEMORIA E DELL’ACCOGLIENZA DI SANTA MARIA AL BAGNO - NARDO'

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Classe 2^ C (Scuola "Gennaro Abbate")

Visita guidata del 22 Gennaio in occasione della Giornata della Memoria.

Il 25 Gennaio 2011 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in occasione della Giornata della Memoria del 2005, ha conferito alla Città di Nardò la Medaglia d’Oro al Merito Civile per l’accoglienza e l’assistenza in favore degli Ebrei, sfuggiti alla persecuzione  nazista, o liberati dai campi di  sterminio  dopo il 1945 , in viaggio verso il nascente stato di Israele.In questa occasione tutta la popolazione si prodigò  con grande dedizione e generosità a questo progetto di accoglienza dando prova dei più elevati sentimenti di solidarietà umana e senso civico.
Il Campo N° 34, come venne nominato quello istituito presso Santa Maria, fu organizzato dagli Alleati che , dal Settembre del 1943, avevano individuato in Puglia, terra liberata, alcuni luoghi dove ospitare i profughi ebrei di varie nazionalità che erano riusciti a fuggire dai loro Paesi occupati dai nazisti.
Il flusso di profughi aumentò nella primavera del 1945 quando affluirono i sopravvissuti di Dachau, Ausachwitz,Mauthausen, Buchenwald, Ebensee.             La popolazione scoprì allora l’orrore dei campi di sterminio, ma anche la gioia dell’accoglienza e dell’amore verso il prossimo, tra i profughi e la popolazione si instaurarono rapporti umani di aiuto, di conforto e di  cooperazione, che  diventarono  vere amicizie che hanno superato i confini geografici e temporali . Dopo la consegna della Medaglia d’Oro, l’amministrazione comunale neretina sentì il dovere morale di dare un seguito concreto all’alto riconoscimento, attivandosi per il recupero e la conservazione delle memorie relative al Campo di accoglienza e  in particolare per la salvaguardia dei Murales Ebraici, realizzati da Zvi Miller e altri profughi ebrei, durante la permanenza nel Campo, in una casupola diventata  fatiscente. L’amministrazione comunale,viste le condizioni della struttura che ospitava i Murales, decise, con l’autorizzazione dei Beni Culturali – Sovrintendenza Puglia, di realizzare a Santa Maria al Bagno un Museo, destinando a questo fine i locali di una ex scuola elementare di proprietà comunale, in cui i preziosi Murales furono trasportati dopo essere stati staccati dal sito originale.
Il Museo ospita anche una raccolta di documenti,foto e testimonianze scritte relative al periodo di funzionamento del Campo N°34. Il Museo della Memoria e dell’Accoglienza fu inaugurato il 14 Gennaio 2009.


Interpretazione dei murales di Zvi Miller




Sullo sfondo della parete é rappresentata una fortificazione, al centro, in primo piano,  un soldato armato di baionetta sorveglia una sbarra che  impedisce l’accesso al luogo.. Ai lati del forte sventolano due bandiere recanti le iscrizioni in lingua ebraica  “Tel Hay “ ( località della Galilea, sede di uno dei primi insediamenti ebraici ) e la raffigurazione della Menorah, il candelabro a sette bracci delle celebrazioni religiose. Sulla sinistra una donna  che porta con sé due bambini sembra pronunciare, rivolta al soldato, le parole in ebraico che le sono scritte accanto : “ Pithu she’ arim “ , cioè  “aprite le porte “.  Il soldato porta una divisa inglese, dunque, il murales potrebbe rappresentare una protesta nei confronti del comando britannico che dal 1939 aveva decretato la chiusura delle porte della Palestina agli Ebrei.



A sinistra è raffigurata una stilizzazione dell’Italia, a nord dello stivale, il filo spinato dei campi di concentramento si rompe sotto l’iscrizione “ Galut”, “ Diaspora”, mentre da qui parte una freccia che punta al meridione d’Italia.Dal sud della penisola  un lungo ponte umano attraversa trasversalmente il dipinto fino a raggiungere la Palestina, raffigurata attraverso una stilizzazione geografica.Prima della Palestina, alla sua sinistra, compare un riferimento all’Egitto, rappresentato da piramidi, palme e dal  fiume Nilo, sulla Palestina troviamo alcuni fondamentali riferimenti geografici: il Giordano,il Mar Morto, il Lago di Tiberiade. Al centro, quasi conficcata in terra come un arco,  domina una stella a cinque punte, attraversando questa stella il ponte umano fa ingresso in Palestina, la stella è circondata da un sole, simbolo di speranza e rinascita, infatti il primo a entrare è un bambino, ed é sormontata dall’iscrizione “Eretz  Yisra’el “ che significa Terra d’Israele.


 Al centro della raffigurazione, sopra un altare, domina un grande sole, al suo interno è disegnata la stella a cinque punte e all’interno di essa la Menorah. Ai lati della stella la scritta “Tel Hay”, di guardia accanto all’altare, raffigurante la religione che risorge, ci sono due soldati armati di baionetta e rappresentati nella divisa della Brigata Ebraica, sulla base dell’altare una seconda iscrizione: “Al ah mismar”, che significa “in guardia”.





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