venerdì 19 maggio 2017

Venerdì in giallo

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Il mistero delle ragazze del lago

di Emma De Filippis

(docente tutor prof. D. Arnesano)






Erano le quattro e mezzo di un afoso pomeriggio di maggio quando fu denunciata la scomparsa di una ragazzina quindicenne.
Il commissario Harry Smith si precipitò a casa della ragazza per parlare con i suoi genitori.
- E’ sparita ieri sera - dissero i signori Morrison.
- Con chi era prima di sparire? - chiese Harry.
- Con Conrad, suo fratello - risposero i due, preoccupati.
Harry andò da Conrad per chiedere spiegazioni ma il ragazzo diceva di non sapere nulla e di non ricordare niente di quella sera. Il commissario ordinò alla polizia di fare un giro nei dintorni di casa; un agente andò nel bosco e trovò Belly distesa per terra, con la faccia in giù, nell'acqua tiepida del lago. La ragazza presentava lividi e ferite che sembravano essere recenti... era stata strangolata.
Harry spiegò tutto ai signori Morrison e loro, sconvolti, chiesero al commissario di prendere a cura questo caso. Li rassicurò, dicendo che avrebbe fatto il possibile.
Recatosi in ufficio, chiamò alcuni amici della vittima per farsi spiegare qualcosa, ma anche loro, come Conrad, dicevano di essere all’oscuro di tutto. Però Sophia, la cugina di Belly, affermò di aver visto Conrad litigare con Belly prima che venisse uccisa ed era preoccupata perché sapeva che il cugino faceva uso di sostanze stupefacenti. Harry andò da Conrad e chiese il motivo del litigio ed il motivo per cui si drogava.
Il ragazzo, tra le lacrime, disse: - lo faccio perché ai miei genitori non è mai importato nulla di me e nemmeno di Belly... e poi va tutto male… e comunque ieri non stavamo litigando… cioè … insomma giocavamo a carte e quindi discutevamo di quello.
Il commissario Smith, dopo aver consolato il ragazzo, tornò in ufficio e formulò delle ipotesi, domandandosi se quel povero ragazzo avrebbe mai potuto uccidere la sorella per uno stupido gioco. Tra un pensiero e l’altro si fece sera.
Il mattino seguente Sophia andò da Conrad per parlare un po’, ma prima di entrare lo sentì discutere al telefono con qualcuno: - non ce la faccio più - diceva Conrad - ci mancava solo la morte di mia sorella.
Sophia entrò, lui riattaccò il telefono, lei gli chiese con chi parlasse ma il ragazzo rispose che non la riguardava. Poi Sophia lo invitò a fare una passeggiata ne bosco e lui accettò.
Nel tardo pomeriggio Sophia venne trovata nel lago, uccisa con la stessa procedura di Belly. Harry andò dai signori Jackson per spiegare l’accaduto, loro erano terrorizzati e non avevano la minima idea di chi avesse potuto fare del male alla piccola Sophia.
- Era una ragazza dolce, amata da tutti - disse la madre.
- Per caso si ricorda quando l’ha vista l’ultima volta? - chiese Harry.
- Questa mattina è uscita per andare a scuola, credo…
- Stia tranquilla, troveremo il carnefice - disse Harry.
Il commissario, il giorno dopo, si recò nella scuola delle due ragazze per fare qualche domanda; una ragazza pareva preoccupata, era la sua “migliore amica”.
- Non lo sono più, ormai è morta, ma forse è un bene, Belly era cattiva e antipatica con chiunque, non era dolce come Sophia - disse la ragazza.
Il commissario chiese alle altre “amiche” e loro confermarono le parole della “migliore amica”.
Conrad non era a scuola, ed Harry, insospettito, andò a trovarlo. Il ragazzo non era solo, c’era anche Jeremia, il suo migliore amico, che stava andando via. Mentre se ne andava gli cadde un foglietto verdastro. Il commissario non riuscì a leggere ciò che era scritto perché Jeremia glielo strappò dalle mani e con tono frettoloso salutò e andò via. Harry fece comunque in tempo a notare che si trattava di un lettera.
Conrad non aveva voglia di parlare e con tono seccato chiese di lasciarlo in pace.
Il commissario andò da Jeremia e cominciarono a parlare di Conrad e dei problemi della loro età, quando ad un certo punto Jeremia disse: - forse anche un amore non corrisposto porterebbe ad uccidere…
Il commissario andò via facendo finta che tutto andasse bene. Un’ora dopo fece perquisire la stanza di Jeremia: nascoste in un calzino, gli agenti trovarono alcune corde con tracce di sangue, parevano quelle utilizzate per strangolare le due ragazze; erano proprio quelle, come accertò la scientifica.
Fu sospettato Jeremia, anche se non aveva la minima idea di chi le avesse portate lì; prima di essere portato in questura il ragazzo tirò fuori il foglio verdastro e lo consegnò ad Harry.
Il commissario intuì che era una lettera in cui tutto veniva spiegato: Conrad confessava di aver ucciso la sorella e poi la cugina perché aveva scoperto tutto e inoltre parlava di una certa ragazza che odiava Belly… ma nulla era chiaro, insomma non si capiva perché era stata uccisa Belly e poi non era chiaro a chi si riferiva Conrad, visto che tutta la scuola non sopportava Belly.
Harry propose di andare a trovare Conrad per chiedere spiegazioni, ma era troppo tardi. Il ragazzo si era suicidato. Passò qualche giorno tra un'ipotesi e l’altra, non era chiaro chi ci fosse dietro tutto questo. Il procuratore cercava di convincere Harry a chiudere il caso ma lui non si dava pace ed era convinto che Conrad non c’entrasse del tutto: per lui il caso non era chiuso.
Sul diario di Belly c’era qualche nome delle ragazze che la odiavano, ma per quel giorno avevano tutte un alibi di ferro. Un pezzo di foglio della lista di questi nomi, però, sembrava strappato. Così il commissario procedette per esclusione e trovò Helen, una ragazza sempre discreta, sempre sulle sue, che non parlava più di tanto con nessuno, era abbastanza tranquilla, anche se ultimamente le sue compagne di classe la trovavano strana, era agitata, parlava molto, sembrava totalmente cambiata. Inoltre la sua compagna di banco affermava che Helen si fosse innamorata e anche questo era strano perché era fredda e apatica, poi disegnava cuori ovunque e sul polso destro aveva una C, disegnata in modo particolare, con un cuore vicino.
Il commissario fece un giro, per pensarci. Durante la passeggiata incontrò Jeremia che lo salutò. In quel momento passò un gruppo di ragazzi che urlò: - ciao Cucciolo - rivolgendosi a Jeremia. Harry chiese il perché del soprannome e lui rispose: - mi chiamano così per via dei miei occhi, dicono che sembro un cucciolo. Lei cosa ne pensa?
Il commissario non fece in tempo a rispondere che gli venne in mente la C che la ragazza aveva sul polso. Così andò da Helen e, mentre faceva perquisire la sua stanza, le fece qualche domanda. Lei non rispondeva e non lo guardava negli occhi.
L'uomo le chiese di guardarlo ed Helen, appena lo fece, scoppiò in lacrime. Mentre la ragazza si disperava, un agente chiamò Harry in disparte e gli disse di aver trovato una pagina di diario nella spazzatura, in cui era spiegato tutto. Helen era sempre stata gelosa di Belly, la detestava perché era la prima della classe, era antipatica e perfida con tutti e poi amava Jeremia il quale però era innamorato di Belly.
Così una sera Helen era andata da Belly, con lo scopo di parlare e, visto che stava litigando con Conrad, ne aveva approfittato, lo aveva seguito e, entrambi sotto l'effetto di stupefacenti, lo aveva convinto ad uccidere la sorella. Poi si erano sbarazzati del corpo, gettandolo nel lago.
- E’ così che è andata? - chiese Harry.
- Io non… non volevo ucciderla ma lei mi aveva preso tutto! Se l'è meritato!
Il commissario informò la famiglia di Helen e accompagnò la ragazza in commissariato, per decidere cosa fare.






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