venerdì 12 maggio 2017

Venerdì in giallo

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La lista

di Paolo Cazzolla


(docente tutor prof. D. Arnesano)








Era una serata tranquilla nella parte settentrionale di Londra. Il signor Figg, la persona più importante e ricca della zona, era come sempre appollaiato sul divano a guardare la TV. Alle 23:00 andò a dormire.
La mattina dopo il commissario Brown faceva come al solito la strada per andare al commissariato, quando vide una porta aperta. Si incuriosì ed entrò nella casa. Regnava il silenzio… iniziò ad ispezionare l'appartamento e arrivò nella stanza da letto, dove trovò il cadavere del signor Figg. Fece subito delle foto ad alta risoluzione da analizzare in questura per delle indagini accurate. Poi controllò di nuovo tutta la casa, quando vide una botola. Vi entrò e vide la cassaforte aperta: il signor Figg era stato anche derubato. Brown chiese ai vicini dove abitasse qualche suo parente, sia per dare la notizia che per capire a quanto ammontasse la cifra dei soldi rubati. I vicini gli fornirono l'indirizzo del figlio della vittima e Brown vi andò.
Il giovane lo fece accomodare e gli chiese cosa fosse successo. Brown disse: - Ho ritrovato suo padre accoltellato nel letto.
- Come?! - disse il giovane, che poi scoppiò a piangere.
- Non è tutto: credo che suo padre sia stato anche derubato, perché ho trovato la cassaforte aperta e vuota. Lei sa a quanto potrebbe ammontare la cifra?
- Si - disse asciugandosi le lacrime - qualche giorno fa aveva concluso una trattativa con un’azienda.
- Quindi? Di quanti soldi stiamo parlando?
- Dieci.
- Mila?
- No, milioni.
- Va bene, la terremo aggiornata su tutto - disse Brown stupito.
Il commissario uscì e si diresse verso il suo ufficio per indagare attentamente sul crimine. Una volta aperte le foto sul proprio pc, le analizzò con molta attenzione e vide che attorno alla ferita della lama, si vedeva una forma rettangolare. Per molti giorni continuò a cercare qualcosa che avesse una forma rettangolare di quelle dimensioni, ma non trovò niente.
Una settimana dopo, i giornali diedero notizia di un altro omicidio: una ragazza strangolata. Questa volta il colpevole venne subito trovato, perché aveva lasciato tracce di sudore sul corpo della vittima. Fu sottoposto a molti interrogatori da molti detective, ma nessuno riuscì a capire il perché del suo crimine.
Poi arrivò il momento di Brown: - Perché hai fatto ciò che hai fatto?
Quello non rispose. Solo dopo molta insistenza, l'indagato rispose: - L’ho dovuto fare.
- Perché?
- Perché lui mi ha detto di farlo.
- Lui chi? - urlò Brown.
- Il Benefattore. Ha stilato una lista e quando uccidiamo qualcuno, lui ci paga.
Brown rimase perplesso un attimo, poi chiese: - Sai dove posso trovarne una copia?
- Ce l’ho io. Mise la mano in tasca e prese un foglio, lo diede a Brown.
Senza dire nulla il commissario uscì con la lista in mano; andò a consultarsi con Steven, suo amico fidato amico e aiutante.
- Ho interrogato l’assassino di cui ti ho parlato e mi ha dato questa.
- Cos’è? - chiese Steven.
- Una lista. I numeri che vedi accanto non so ancora cosa siano…aspetta…dammi un attimo.
- Cosa c’è? - disse Steven senza capire.
- Ho intuito cosa sono i numeri: il valore delle persone.
Brown si rese conto che Steven, guardandolo con perplessità, non aveva ben capito e si affrettò a spiegare: - Ti ricordi dell’assassinio del signor Figg?
Steven annuì.
- Il criminale aveva anche rubato dieci milioni di sterline. Questi numeri equivalgono alle migliaia di sterline che si ricevono quando si ammazza qualcuno. Sommando tutti questi numeri si arriva infatti a dieci milioni. Quindi…
- Chi ha ucciso il signor Figg è il Benefattore - lo anticipò Steven.
- Esatto. Ci resta da scoprire chi è il Benefattore, perché le vittime di questa lista non devono aumentare.
L’indomani Brown ritornò nella casa del figlio signor Figg per aggiornarlo sull’indagine, ma al giovane, che aveva perso il padre, le indagini non importavano più di tanto.
Nel pomeriggio, Brown volle accompagnare il ragazzo all’allenamento di cricket. Entrando in macchina, egli fu attirato dalla mazza usata in questo sport.
Una volta tornato a casa, poté finalmente accertare il sospetto che gli era venuto prima riguardo alla mazza. Confrontò la forma e le dimensioni della ferita con quelle dell'attrezzo sportivo.
Era tutto chiaro: la forma della parte inferiore della mazza era identica alla forma rettangolare attorno alla ferita del cadavere.
Brown a quel punto andò ancora una volta a discutere con Steven.
- Non penso sia stato qualcuno con una mazza da cricket ad averlo ucciso - disse Steven dopo che il commissario gli spiegò le novità.
- È una cosa molto strana, lo so, ma allo stesso tempo è anche molto evidente.
- Quindi, secondo la tua ipotesi, l’assassino ha montato sulla mazza una lama?
- Esatto, quindi penso anche che l’assassino sia un giocatore di cricket. E da adesso dovremmo andare un po’ più spesso a vedere le partite di cricket! - concluse Brown.
Il giorno dopo arrivarono di nuovo brutte notizie: un’altra persona, che faceva parte della lista, era stato assassinato, e l’assassino, pentendosene, si era quasi subito suicidato. Il commissario, una volta venuto a conoscenza del fatto, si rese conto che doveva sbrigarsi a trovare il Benefattore. La sera, non perse l’occasione di andare a vedere una partita di cricket insieme a Steven per tentare di scoprire qualcosa, per tentare di trovare l’ultimo pezzo del puzzle. Con grande delusione dei due investigatori, però, quella sera non accadde niente di significativo.
La mattina seguente incontrò per caso il figlio del signor Figg, che disse: - Buongiorno commissario, so che state cercando un giocatore di cricket, magari domani sera potete venire a guardare la mia partita. – - Va bene - disse Brown.
- Buona giornata.
Nel pomeriggio lo disse a Steven e da quel momento in poi aspettò con tanta ansia la partita. La notte Brown non poté dormire, perché non riusciva a non pensare a chi potesse essere il Benefattore. Poi finalmente arrivò il momento che aveva aspettato per un giorno: la partita.
Si sedette in tribuna insieme a Steven e guardarono la partita. Non accadde granché, tranne l’infortunio di un giocatore.
Alla fine della partita, nella confusione delle persone che andavano via, qualcuno chiamò in privato Steven per parlare. Il commissario Brown rimase ad aspettare che finissero di parlare, ma dopo cinque minuti, incuriosito, andò a vedere cosa stesse succedendo.
- Nooo! – gridò, vedendo Steven accasciato a terra, dolorante per una ferita alla gamba. Per qualche secondo lo sguardo si fissò sulla gamba dell’amico, ma dopo, con le poche forze che aveva, Steven disse gridando: - Attento!
Alle spalle del commissario c’era infatti l’aggressore, che stava per infilzargli la mazza da cricket nella schiena. Fortunatamente riuscì a schivarla. Poi, quando ebbe l’opportunità di guardarlo in faccia, riconobbe subito l’aggressore: il figlio del signor Figg!
Con molti sforzi lo bloccò, quindi chiamò la polizia, che lo portò in commissariato. Steven era a terra sofferente, quindi fu chiamata immediatamente anche un’ambulanza. Fortunatamente Steven, dopo circa un mese, si riprese. Nello stesso periodo, intanto, Brown cercava di far parlare l’assassino, ma con scarsi risultati. Un giorno però, capendo di essere ormai spacciato, il giovane decise di parlare: - L’ho fatto perché avevo grossi debiti con loro - disse, riferendosi agli uomini presenti nella lista.
- Ah, adesso ho capito tutta la storia: lei ha ucciso suo padre e ha rubato dieci milioni di sterline dalla cassaforte. Ha creato una lista nera, nella quale ogni persona valeva dei soldi, denaro che veniva dato a chi uccideva quella determinata persona. Poi, si è accorto che io e Steven stavamo per scoprire tutto e ci ha invitati alla sua partita per ammazzarci.
L’assassino non disse una parola. Venne messo in carcere a vita. Finalmente tutto sembrava essere ritornato alla normalità.










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