I
bambini nell’antichità non avevano considerazione né posizione
sociale, poiché privi di diritti e di tutele. Nell’antica Roma i
bambini non riconosciuti dal padre venivano “ esposti “, cioè
abbandonati e spesso finivano divorati dagli animali; durante il
Medioevo i fanciulli molto poveri venivano lasciati dalle madri
vicino ai conventi o ai monasteri, nella speranza che i monaci
potessero allevarli; nel periodo della Rivoluzione Industriale,
invece, i bambini erano sfruttati nelle fabbriche e spesso morivano
per la fatica o dilaniati dagli ingranaggi delle macchine.
Durante l’Illuminismo era nata una nuova scienza
umana: la pedagogia, ma ancora siamo lontani dal considerare i
bambini membri della nostra società, come gli adulti, che
osservano, agiscono, soffrono e provano emozioni, solo nel 1989 i
loro diritti sono stati sanciti in una Convenzione Internazionale
vincolante.
DICHIARAZIONE
DI GINEVRA
Il
primo
documento
in assoluto che riguardava la tutela dei diritti dell'infanzia è
stato la
"Convenzione sull'età minima", adottata
dalla Conferenza
Internazionale del Lavoro nel 1919, che fissava delle norme sul
lavoro minorile, relativamente solo al settore industriale,
stabilendo a 14 anni l’età di assunzione in fabbrica. A
parte questa, la prima importante attestazione dei diritti del
bambino si ha con la Dichiarazione di Ginevra, o Dichiarazione
dei diritti del bambino,
adottata dalla Società
delle Nazioni
nel 1924.
Come nasce questo documento ?
Nel 1923 una collaboratrice della Croce Rossa inglese,
Eglantyne Jebb, fondatrice nel 1919 dell’organizzazione non
governativa Save the Children, elaborò un testo
breve, essenziale,
recepito prima dall'Unione Internazionale per il soccorso
all'Infanzia e poi adottato all'unanimità dalla Società delle
Nazioni.
La Dichiarazione non considera il bambino soggetto di
diritti, ma destinatario passivo di diritti, inoltre non si rivolge
agli Stati per stabilirne gli obblighi, ma chiama in causa più
genericamente l'umanità intera affinché garantisca protezione
ai minori.
La Dichiarazione di Ginevra contiene cinque
principi
e ha un impianto sostanzialmente assistenzialista,
teso ad affermare le necessità
materiali e affettive dei minori;
ai
cinque principi, corrispondono altrettanti diritti che sono:il
diritto a sviluppare il fisico e la mente, a essere nutrito, curato,
riportato a una vita normale in caso di difficoltà, aiutato se
orfano.
LA DICHIARAZIONE DEI
DIRITTI DEL FANCIULLO DEL 1959
Dopo lo scioglimento
della Società delle Nazioni e la nascita dell'Organizzazione
delle Nazioni Unite
e del Fondo Internazionale delle Nazioni Unite per l'Infanzia
(UNICEF), si progetta una Carta
sui diritti dei bambini
che integri la Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo, con lo
scopo di tutelare i bisogni specifici.
La stesura e
l'approvazione della Dichiarazione
dei diritti del Fanciullo
da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite avviene il 20
novembre 1959.
Il documento chiede agli Stati sia di riconoscere i principi
contenuti nella Dichiarazione ,sia di impegnarsi nella loro
applicazione e diffusione.
La Dichiarazione è una specie di
"statuto" dei diritti del bambino, formata da un
Preambolo,
in cui si richiama la Dichiarazione sui diritti del Fanciullo del
1924, e dieci
princìpi.
La nuova Dichiarazione contiene una serie di diritti quali:
il diritto a un sano sviluppo psicofisico, ad avere un nome, una
nazionalità, assistenza e protezione dallo Stato di appartenenza, il
diritto all'educazione e a cure particolari nel caso di handicap
fisico e mentale. Pur
non essendo uno strumento vincolante,
la Dichiarazione gode di una notevole autorevolezza
morale,
che le deriva dal fatto di essere stata approvata all'unanimità e di
essere un documento innovativo. La Dichiarazione del 1959 introduce
il concetto che anche il minore, al pari di qualsiasi altro essere
umano, sia un soggetto
di diritti,
riconosce il principio di non
discriminazione
e quello di un'adeguata tutela giuridica del bambino, sia prima che
dopo la nascita , ribadisce il
divieto di ogni forma di sfruttamento
nei confronti dei minori e auspica l'educazione
dei bambini
alla comprensione, alla pace e alla tolleranza.
CONVENZIONE
SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
Il
20 novembre 1989, trent’anni dopo la Dichiarazione dei diritti del
Fanciullo, l’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato
la Convenzione sui Diritti dell’ Infanzia e dell’Adolescenza ,
ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge 176, che noi
conosciamo.
Purtroppo, ancora oggi, molti minori non sono titolari di
questi diritti.
Francesco Lanciano 3^ C (Scuola "G. Abbate")
Docente
tutor Anna Invidia
.
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