lunedì 21 novembre 2016

STORIA DEI DIRITTI DELL’INFANZIA

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I bambini nell’antichità non avevano considerazione né posizione sociale, poiché privi di diritti e di tutele. Nell’antica Roma i bambini non riconosciuti dal padre venivano “ esposti “, cioè abbandonati e spesso finivano divorati dagli animali; durante il Medioevo i fanciulli molto poveri venivano lasciati dalle madri vicino ai conventi o ai monasteri, nella speranza che i monaci potessero allevarli; nel periodo della Rivoluzione Industriale, invece, i bambini erano sfruttati nelle fabbriche e spesso morivano per la fatica o dilaniati dagli ingranaggi delle macchine. Durante l’Illuminismo era nata una nuova scienza umana: la pedagogia, ma ancora siamo lontani dal considerare i bambini membri della nostra società, come gli adulti, che osservano, agiscono, soffrono e provano emozioni, solo nel 1989 i loro diritti sono stati sanciti in una Convenzione Internazionale vincolante.



DICHIARAZIONE DI GINEVRA

Il primo documento in assoluto che riguardava la tutela dei diritti dell'infanzia è stato la "Convenzione sull'età minima", adottata dalla Conferenza Internazionale del Lavoro nel 1919, che fissava delle norme sul lavoro minorile, relativamente solo al settore industriale, stabilendo a 14 anni l’età di assunzione in fabbrica. A parte questa, la prima importante attestazione dei diritti del bambino si ha con la Dichiarazione di Ginevra, o Dichiarazione dei diritti del bambino, adottata dalla Società delle Nazioni nel 1924. Come nasce questo documento ? Nel 1923 una collaboratrice della Croce Rossa inglese, Eglantyne Jebb, fondatrice nel 1919 dell’organizzazione non governativa Save the Children, elaborò un testo breve, essenziale, recepito prima dall'Unione Internazionale per il soccorso all'Infanzia e poi adottato all'unanimità dalla Società delle Nazioni.
La Dichiarazione non considera il bambino soggetto di diritti, ma destinatario passivo di diritti, inoltre non si rivolge agli Stati per stabilirne gli obblighi, ma chiama in causa più genericamente l'umanità intera affinché garantisca protezione ai minori.
La Dichiarazione di Ginevra contiene cinque principi e ha un impianto sostanzialmente assistenzialista, teso ad affermare le necessità materiali e affettive dei minori; ai cinque principi, corrispondono altrettanti diritti che sono:il diritto a sviluppare il fisico e la mente, a essere nutrito, curato, riportato a una vita normale in caso di difficoltà, aiutato se orfano.



LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DEL FANCIULLO DEL 1959

Dopo lo scioglimento della Società delle Nazioni e la nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e del Fondo Internazionale delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF), si progetta una Carta sui diritti dei bambini che integri la Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo, con lo scopo di tutelare i bisogni specifici. 
La stesura e l'approvazione della Dichiarazione dei diritti del Fanciullo da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite avviene il 20 novembre 1959
Il documento chiede agli Stati sia di riconoscere i principi contenuti nella Dichiarazione ,sia di impegnarsi nella loro applicazione e diffusione. 
La Dichiarazione è una specie di "statuto" dei diritti del bambino, formata da un Preambolo, in cui si richiama la Dichiarazione sui diritti del Fanciullo del 1924, e dieci princìpi
La nuova Dichiarazione contiene una serie di diritti quali: il diritto a un sano sviluppo psicofisico, ad avere un nome, una nazionalità, assistenza e protezione dallo Stato di appartenenza, il diritto all'educazione e a cure particolari nel caso di handicap fisico e mentale. Pur non essendo uno strumento vincolante, la Dichiarazione gode di una notevole autorevolezza morale, che le deriva dal fatto di essere stata approvata all'unanimità e di essere un documento innovativo. La Dichiarazione del 1959 introduce il concetto che anche il minore, al pari di qualsiasi altro essere umano, sia un soggetto di diritti, riconosce il principio di non discriminazione e quello di un'adeguata tutela giuridica del bambino, sia prima che dopo la nascita , ribadisce il divieto di ogni forma di sfruttamento nei confronti dei minori e auspica l'educazione dei bambini alla comprensione, alla pace e alla tolleranza.



CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

Il 20 novembre 1989, trent’anni dopo la Dichiarazione dei diritti del Fanciullo, l’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui Diritti dell’ Infanzia e dell’Adolescenza , ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge 176, che noi conosciamo. Purtroppo, ancora oggi, molti minori non sono titolari di questi diritti.

Francesco Lanciano 3^ C (Scuola "G. Abbate")


Docente tutor Anna Invidia





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