venerdì 20 novembre 2015

Giornata dei diritti dell'infanzia

.


SONO UNA BAMBINA, NON UNA SPOSA …

di Letizia Buscicchio, Asia De Vito, Rita Maci, Marika Nobile (II C)


Quando si parla di diritti dell’infanzia calpestati si pensa ai bambini che sono costretti a lavorare, sfruttati da delinquenti senza scrupoli o ai bambini-soldato strappati alle famiglie e costretti a combattere, ma il dramma delle spose bambine rappresenta una gravissima violazione dei diritti dell’ infanzia, di cui si parla poco e sul quale vorremmo invece sensibilizzarvi in particolare oggi, che si celebra la Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

I matrimoni precoci di bambine con uomini adulti è una consuetudine alla quale si dà una giustificazione culturale, che molte organizzazioni umanitarie denunciano radicalmente in alcuni Paesi islamici fondamentalisti.


Nei paesi in cui è diffusa la povertà le figlie per le famiglie sono un “peso”“bocche da sfamare” per cui i parenti le cedono, in cambio di doni o soldi, a uomini adulti, talvolta anziani, che spesso hanno altre “mogli”. Molte bambine sotto i 13 anni sono costrette a sposare questi “mariti” che le considerano loro proprietà, le picchiano, le umiliano, le violentano, le uccidono.

In occasione di questa giornata vogliamo ricordare il dramma delle spose bambine, perché questo è un crimine contro l’umanità.

Ecco la testimonianza di una ragazza, di nome Afroza, che racconta la sua sofferenza:

Afroza oggi ha 17 anni ma, quando ha subito la violenza di un matrimonio imposto e precoce, ne aveva 14. Questo dato la rende una delle spose più giovani del Bangladesh. Ed è proprio a ridosso del suo diciassettesimo compleanno che ha partorito due gemelli. Stremata nel corpo e nella mente, si è sfogata con il personale di Plan International:

Non mettete fine in maniera prematura alla vostra infanzia con un matrimonio e con la maternità. Sarebbe così bello, anzi quello che tutti dovrebbero augurarsi è che ogni persona, soprattutto ogni donna, possa essere autosufficiente. Se siete capaci di badare a voi stesse non vi toccherà patire quello che è toccato a me.

Non sapeva di aspettare due gemelli: dopo aver partorito il primo, Afroza ha perso conoscenza per il dolore e, quando si è svegliata, è rimasta scioccata dalla vista del secondo bambino.

































Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.