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Classe 2^ C (Scuola "Gennaro Abbate")
Visita guidata del 22 Gennaio in occasione della Giornata della Memoria.
Il 25 Gennaio 2011 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in occasione della Giornata della Memoria del 2005, ha conferito alla Città di Nardò la Medaglia d’Oro al Merito Civile per l’accoglienza e l’assistenza in favore degli Ebrei, sfuggiti alla persecuzione nazista, o liberati dai campi di sterminio dopo il 1945 , in viaggio verso il nascente stato di Israele.In questa occasione tutta la popolazione si prodigò con grande dedizione e generosità a questo progetto di accoglienza dando prova dei più elevati sentimenti di solidarietà umana e senso civico.
Il Campo N° 34, come venne nominato quello istituito presso Santa Maria, fu organizzato dagli Alleati che , dal Settembre del 1943, avevano individuato in Puglia, terra liberata, alcuni luoghi dove ospitare i profughi ebrei di varie nazionalità che erano riusciti a fuggire dai loro Paesi occupati dai nazisti.
Il flusso di profughi aumentò nella primavera del 1945 quando affluirono i sopravvissuti di Dachau, Ausachwitz,Mauthausen, Buchenwald, Ebensee. La popolazione scoprì allora l’orrore dei campi di sterminio, ma anche la gioia dell’accoglienza e dell’amore verso il prossimo, tra i profughi e la popolazione si instaurarono rapporti umani di aiuto, di conforto e di cooperazione, che diventarono vere amicizie che hanno superato i confini geografici e temporali . Dopo la consegna della Medaglia d’Oro, l’amministrazione comunale neretina sentì il dovere morale di dare un seguito concreto all’alto riconoscimento, attivandosi per il recupero e la conservazione delle memorie relative al Campo di accoglienza e in particolare per la salvaguardia dei Murales Ebraici, realizzati da Zvi Miller e altri profughi ebrei, durante la permanenza nel Campo, in una casupola diventata fatiscente. L’amministrazione comunale,viste le condizioni della struttura che ospitava i Murales, decise, con l’autorizzazione dei Beni Culturali – Sovrintendenza Puglia, di realizzare a Santa Maria al Bagno un Museo, destinando a questo fine i locali di una ex scuola elementare di proprietà comunale, in cui i preziosi Murales furono trasportati dopo essere stati staccati dal sito originale.
Il Museo ospita anche una raccolta di documenti,foto e testimonianze scritte relative al periodo di funzionamento del Campo N°34. Il Museo della Memoria e dell’Accoglienza fu inaugurato il 14 Gennaio 2009.
Interpretazione
dei murales di Zvi Miller
Sullo sfondo
della parete é rappresentata una fortificazione, al centro, in primo piano, un soldato armato di baionetta sorveglia una
sbarra che impedisce l’accesso al luogo..
Ai lati del forte sventolano due bandiere recanti le iscrizioni in lingua
ebraica “Tel Hay “ ( località della
Galilea, sede di uno dei primi insediamenti ebraici ) e la raffigurazione della
Menorah, il candelabro a sette bracci delle celebrazioni religiose. Sulla
sinistra una donna che porta con sé due
bambini sembra pronunciare, rivolta al soldato, le parole in ebraico che le
sono scritte accanto : “ Pithu she’ arim “ , cioè “aprite le porte “. Il soldato porta una divisa inglese, dunque,
il murales potrebbe rappresentare una protesta nei confronti del comando
britannico che dal 1939 aveva decretato la chiusura delle porte della Palestina
agli Ebrei.
A sinistra è
raffigurata una stilizzazione dell’Italia, a nord dello stivale, il filo
spinato dei campi di concentramento si rompe sotto l’iscrizione “ Galut”, “
Diaspora”, mentre da qui parte una freccia che punta al meridione d’Italia.Dal
sud della penisola un lungo ponte umano
attraversa trasversalmente il dipinto fino a raggiungere la Palestina,
raffigurata attraverso una stilizzazione geografica.Prima della Palestina, alla
sua sinistra, compare un riferimento all’Egitto, rappresentato da piramidi,
palme e dal fiume Nilo, sulla Palestina
troviamo alcuni fondamentali riferimenti geografici: il Giordano,il Mar Morto,
il Lago di Tiberiade. Al centro, quasi conficcata in terra come un arco, domina una stella a cinque punte,
attraversando questa stella il ponte umano fa ingresso in Palestina, la stella
è circondata da un sole, simbolo di
speranza e rinascita, infatti il primo a entrare è un bambino, ed é sormontata
dall’iscrizione “Eretz Yisra’el “ che
significa Terra d’Israele.
Al centro della raffigurazione, sopra un altare, domina un grande sole, al suo interno è disegnata la stella a cinque punte e all’interno di essa la Menorah. Ai lati della stella la scritta “Tel Hay”, di guardia accanto all’altare, raffigurante la religione che risorge, ci sono due soldati armati di baionetta e rappresentati nella divisa della Brigata Ebraica, sulla base dell’altare una seconda iscrizione: “Al ah mismar”, che significa “in guardia”.
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